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Come la Stax Records Sconfisse l'Orrore

Non c'era spazio per negoziare, un'etichetta discografica senza dischi non vale nulla. Estelle e Jim avevano perso il loro sogno, divorato dalla famelica Atlantic, vittima della visione ingenua della musica. Ma non tutto era perduto.

Published at 18 feb 2015

Come la Stax Records Sconfisse l'Orrore

Nel Gennaio del 1968 Estelle Axton e Jim Stewart scoprirono con orrore di non possedere più le loro canzoni. Firmando l’accordo con Atlantic Records erano riusciti a rimodernare il vecchio studio di registrazione e lanciare molteplici artisti. Ma allo scadere tutto il catalogo della Stax Records passò di mano. Non c’era spazio per negoziare, un’etichetta discografica senza dischi non vale nulla. Estelle e Jim avevano perso il loro sogno, divorato dalla famelica Atlantic, vittima della visione ingenua della musica. Ma non tutto era perduto.

Nel 1965 avevano affidato la promozione a un venticiquenne disc jockey, Al Bell. Al era una fucina di idee e portò alla Stax Records molti giovani artisti. La sua idea era provare giovani talenti, dando loro fiducia e producendo la loro musica. Davanti alla catastrofe non si arrese e affrontò lo spettro del fallimento nell’unico modo che conosceva: con la musica. Se l’Atlantic s’era appropriata della storia della Strax, allora la Strax doveva ricreare nuovamente la propria storia. Per farlo, decise Al, serviva lanciare contemporaneamente 27 dischi e 30 singoli. Molta, molta musica, e buona musica, in un solo momento: condensare dieci anni in uno.

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L’album numero 27 se lo accaparrò Isaac Hayes. Il suo primo album, Presenting Isaac Hayes, era passato abbastanza inosservato. E, probabilmente, sarebbe anche stato l’ultimo della sua carriera se Al Bell non lo avesse chiamato per portare a compimento l’ambizioso piano. - Serve anche il tuo aiuto, Isaac - Ok, ci sto. Ma posso avere un album tutto mio? - Sì, sarà il ventisettesimo - E posso fare la mia musica? - Devi farla!

Più tardi, quando tutta questa storia sarà passato, Isaac ricorderà così quell’esperienza

C’erano altri 26 album prima del mio. Penso che nessuno avesse il tempo di farmi pressioni o discutere le mie scelte. Al mi aveva dato carta bianca, e così feci di testa mia.

Ne uscì un album di sole 4 tracce, di cui una cover di quasi 20 minuti di By the Time I Get to Phoenix. Era l’album di Isaac Hayes, fatto per Isaac Hayes, secondo il gusto di Isaac Hayes. E fu un successo.

Hot Buttered Soul conquistò immediatamente la testa delle classifiche, vendette oltre tre milioni di dischi, ispirò artisti R&B del calibro di Marvin Gaye e Stevie Wonder. Ed è tutt’ora una pietra miliare del soul.

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