…è che mi disegnano così! Chi mi conosce bene ha imparato a convivere con la mia introversione. Oddio, detta così sembra quasi che abbia il colera! In realtà mi piace il mio modo di rapportarmi con il mondo. Già, ma com’è il mio modo di rapportarmi il mondo e la vita in generale? L’ho scoperto abbastanza di recente, all’incirca sei/sette anni fa, quando mi sono imbattuta per la prima volta nella teoria di Myers-Briggs, nota anche con la sigla MBTI. La teoria di Myers-Briggs si basa sulla teoria di Jung sui tipi psicologici. Myers e Briggs sostengono che ci sono 16 personalità diverse nel mondo, ognuna delle quali si articola su 4 caratteristiche principali. Suddette caratteristiche, definite all’interno di una dicotomia, sono:

I (Introversion) vs E (Extraversione) N (iNtuition) vs S (Sensing) F (Feeling) vs T (Thinking) P (Perceiving) vs J (Judging)

Lo so, avrei potuto metterle in italiano ma 1)alcune traduzioni italiane, secondo me, non calzano a pennello e 2)sono termini comprensibili anche se non si sa benissimo l’inglese.

Come si scopre la propria personalità? Sicuramente studiando la teoria, ma un buon aiuto potrebbe essere rappresentato dal test. Il test più attendibile l’ho trovato qui, ed è in inglese, ma ce n’è uno altrettanto valido in italiano.

Come dicevo poc’anzi, ci sono ben 16 personalità, che si basano sull’abbinamento delle caratteristiche menzionate poco sopra. La mia, però, qual è? In questi anni l’ho fatto più e più volte e, inutile dirlo, il risultato è sempre uguale: INFP. Ovvero, sono una persona introversa, con degli ideali molto forti, focalizzata sull’aspetto generale anziché sui particolari. Inoltre, sono molto empatica e, quando si tratta di esprimere la mia opinione su una situazione, preferisco vedere come si evolve e capire le motivazioni che hanno spinto il mio interlocutore ad agire in un modo anziché in un altro. Non sto ad elencare gli altri aspetti - lascio qui il link per tutte le 16 personalità - però questo test ci prende in maniera precisa. Per esempio, il lavoro ideale degli INFP ha a che fare con la scrittura, e io cosa faccio? Ecco, appunto :) Non voglio dire che la teoria sia affidabile in tutto e per tutto anche perché siamo in 7 miliardi su questa Terra e ognuno di noi ha le sue sfumature derivanti dal suo passato, però aiuta senz’altro a definire meglio il nostro rapporto con il mondo. Ma questo che c’entra con la mia presunta asocialità?

in/ex troversion from Julia Rodrigues on Vimeo.

Bene, occorre sapere che le persone introverse si ricaricano stando a casa leggendo un libro, guardando un film o anche semplicemente facendo le coccole al gatto. Molti luoghi comuni dipingono gli introversi come persone musone, lamentose e senza amici. Nulla di più sbagliato. Da introversa posso dire di avere degli amici a me molto cari ai quali cerco di dedicare il mio tempo nel migliore dei modi. E sì, ci piace stare nella nostra stanzetta ma ciò non significa che siamo degli orsi in letargo. Anche gli introversi escono con le persone e parlano con loro. Il problema si verifica solo quando si ritrovano ad avere a che fare con troppe persone contemporaneamente: non sopportando le chiacchiere sul clima o altri argomenti che hanno solo scopo riempitivo, essere costretti a interagire con tante persone non solo li destabilizza ma li consuma, come illustra il video qui sopra. Ancora peggio se la suddetta folla è composta da sconosciuti: la combo si rivelerà presto il cocktail letale per mettere un introverso al tappeto. Scoprire la teoria MBTI, in un certo senso, mi ha semplificato la vita ma non nascondo che, se l’avessi scoperta ancora prima, sarebbe stato meglio. Ho passato anni interi a chiedermi se fosse normale preferire una serata a casa guardando un telefilm, strimpellare una canzone dei Cure o prendere una birra con una o due amiche, anziché andare a feste con decine di persone. In effetti, un po’ anormale mi ci sentivo: vista da fuori era semplice etichettarmi come una loser, ma io non mi ci sentivo affatto. Sono sempre stata riservata, ma non mi sentivo timida né asociale. Molto spesso questi due concetti vengono confusi con il concetto di introverso, ma non è affatto così. Il timido è una persona che si sente impacciata nelle situazioni sociali, mentre l’asociale rifugge il contatto con gli esseri umani. Io non mi sento impacciata né scappo dalle persone. Semplicemente, ritengo molto più arricchenti gli incontri raccolti con una o due amiche, durante i quali non si parla per convenevoli ma si affrontano discorsi più profondi. E, vi assicuro, queste cose si possono fare anche divertendosi. Quindi: se mi volete bene chiedetemi consigli (sono molto più brava ad ascoltare che a parlare), affrontiamo tutti i discorsi che volete, scrivetemi mail, WhatsApp o vediamoci anche di persona. Basta che mi teniate alla larga dalla folla :)

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